«Se lo hanno fatto i Wiener, perché non dovreste farcela anche voi?». Con queste parole Claudio Abbado, a cena con i musicisti durante la prima leggendaria tournée del Teatro alla Scala a Tokio nel 1981, accese l’idea della Filarmonica della Scala, un’orchestra che desse ai suoi musicisti, dipendenti dal Teatro, una propria autonomia e responsabilità artistica e organizzativa. Il 25 gennaio 1982 Claudio Abbado sale per la prima volta sul podio della nuova formazione sinfonica che oggi si appresta a tagliare il traguardo del quarantesimo anniversario.
Gli anni ottanta per Abbado alla Scala aprono a un ritorno programmi sinfonici nel nome di Musorgskij, eseguito l'ultima Volta a Milano net 1971, all'approfondimento di alcune pagine di Stravinskij, quali la Suite dall'Uccello di fuoco e all’ampliamento del repertorio mahleriano (tra il 1981 e il 1983, Abbado esegue per la prima volta con l'orchestra scaligera la Quinta, la Prima e la Settima Sinfonia). Ed e proprio con una sinfonia dell' amato Mahler la Terza in re minore (contralto solista: Lucia Valentini Terrani) che il 25 gennaio 1982 esordisce al Piermarini l'Orchestra Filarmonica della Scala, modellata sull'esempio di realtà esistenti in Europa tra tutte, quells dei Wiener Philharmoniker.
La sua fondazione costituiva l'approdo e il coronamento di un processo di approfondimento del repertorio sinfonico, nonche di internazionalizzazione del cartellone, avviato do Abbado ormai da anni e svluppato su più fronti: con i propri concerti delle stagioni sinfoniche, all'interno delle stagioni liriche, con la programmazione di cicli nonché incoraggiando la presenza sul podio della Scala dei grandi direttori del tempo. Proceso questo che aveva lentamente trasformato la compagine scaligera da orchestra prevalentemente operistica a orchestra sinfonica di caratura internazionale. Già dalle prime stagioni, alla guide della Filarmonica si affiancano al nome di Abbado quelli di Georges Pretre, Lorin Maazel, Wolfgang Sawallisch, Carlo Maria Giulini, Riccardo Muti, direttori che accompagneranno l'orchestra in buona parte del suo cammino nazionale, internazionale e discografico. E sarà con la Filarmonica della Scala che Abbado dirigerà tutti i concerti sinfonici realizzati a Milano dal gennaio 1982 fine alla serata di commiato dalla carica di direttore sicale del 9 giugno 1986, esibendosi con solisti quali Salvatore Riccardo, Bruno Giuranna e Maurizio Pollini, e interpretando tra gli altri, per la prima volta alla Scala, Eine Faust-Ouverture di Wagner, la suite dal Mandarino meraviglioso di Bartók e la Sinfonia n. 2 di Beethoven, la Prima e la Settima a Sinfonia di Mahler e la Suite n. 4 BWV 1069 di Bach.
Da Claudio Abbado / Ascoltare il silenzio
a cura di Gastón Furnier Facio
il Saggiatore
photo © Lelli e Masotti/ Archivio Teatro alla Scala