Oggi Riccardo Chailly compie 70 anni.
È profondo il legame dei musicisti con il direttore milanese che dal debutto in stagione con la 9° Sinfonia di Mahler nel 1991 è salito sul podio della Filarmonica della Scala per 200 concerti, la metà all’estero toccando tutte le principali sale da concerto inclusa una trionfale tournée degli Stati Uniti, i debutti ai Proms e al Festival di Edimburgo.
Il sodalizio artistico che dal 2015 lo ha portato alla carica di Direttore Principale ha permesso di percorrere insieme, con nuova sensibilità, grandi cicli di autori come Brahms e Cajkovskij, Stravinskij e Sostakovic, Schumann e Mahler, Beethoven e Prokof’ev e a confrontarsi, seguendo lo stesso spirito di ricerca, con il repertorio contemporaneo, fin dagli inizi con le prime esecuzioni di musiche di Messiaen, tra queste la Sinfonia Turangalila, di Varése e Xenakis, come nel caso di Empreintes, a Berio, come con Ritirata Notturna e Festum, e ancora Henze, come per la prima italiana dei Cinque messaggi per la regina di Saba, o la musica di Gershwin e Nino Rota. Più tardi ha firmato le prime esecuzioni assolute di tante commissioni della Filarmonica della Scala a compositori viventi da Prospero di Fabio Vacchi a Poema Sinfonico di Azio Corghi, Mozart a nove anni e Paese senz’alba e senza tramonto di Salvatore Sciarrino, il Concerto per pianoforte e orchestra di Carlo Boccadoro e ancora le recenti commissioni di nuova musica a Nicola Campogrande (Decisamente allegro) e Giorgio Battistelli (Toccata) a Ivan Fedele (Due Letture del tempo), e tanti altri.
Senza mai perdere lo spirito di scoperta e curiosità Chailly ha sempre perseguito con la Filarmonica l’obbiettivo dell’allargamento del pubblico, vivendo da protagonista le iniziative come prove aperte, incontri e lezioni-concerto con i più giovani e infine il grande Concerto per Milano in Piazza Duomo che dirige abitualmente ogni anno.